Prima ancora di realizzare un contenuto ottimizzato che vogliamo posizionare nelle prime pagine di Google è importante cercare di intuire come questo funziona e come costruisce la sua ricerca: conoscere i meccanismi di Google infatti ci aiuterà a comprendere cosa è necessario fare affinché un sito o contenuto sia in grado di arrivare nelle prime pagine del motore.
Ovviamente, non conosciamo davvero come Google funziona, nessuno a parte il motore stesso sa davvero come lavorano i suoi algoritmi! Però attraverso analisi, esperienza, tanta pratica e con l’aiuto di specialisti del web oggi è possibile cercare di intuire qual è il suo funzionamento.
Come abbiamo già detto, non basta ottimizzare un testo e inserire i link per arrivare primi su Google, ne abbiamo infatti mille di esempi che potrebbero confutare questa teoria. Il percorso per scalare la serp è molto più ampio e articolato, e non si limita a considerare solo questi due fattori. Oggi è sempre più chiaro che Google pensa e ragiona bene prima di offrire agli utenti una ricerca valida e pertinente. Vediamo come fa:
CATEGORIZZA SITI E CONTENUTI
Innanzitutto, per ogni ricerca Google cerca di dedurre l’argomento trattato e l’intenzione dell’utente e, per fare questo, ha bisogno di “categorizzare” ogni sito e contenuto del web.
Questo spiega perchè un sito, ritenuto valido ed attendibile dal motore di ricerca per un determinato argomento, arriva in prima pagina per tutta una serie di combinazione di parole chiave (lavorate e non attraverso tecniche SEO) che contengano al loro interno l’argomento in questione, e perché invece, lo stesso sito, non si posizionerà nella prima pagina per un argomento molto vicino e simile al primo, ma comunque diverso. Per posizionarsi per entrambi gli argomenti sarà necessario farsi ritenere una fonte valida da Google e soprattutto farsi categorizzare anche per quell’argomento, dedicando in egual modo sezioni del sito e contenuti.
CATEGORIZZA GLI UTENTI
Dopo aver categorizzato siti e contenuti, Google non si ferma e passa a categorizzare anche gli utenti attraverso le loro ricerche e le loro preferenze, ossia i link che questi danno ai siti.
Quando effettuiamo una ricerca per la prima volta, Google infatti tende a mostrarci la più ampia scelta possibile per quell’argomento, offrendoci diverse opzioni e prendendo informazioni su quello stesso argomento da diverse categorie. I risultati che offre rappresentano quindi i contenuti più popolari nelle loro categorie.
Una volta che facciamo la nostra scelta cliccando su un sito piuttosto che un altro, Google capirà il nostro intento e ci categorizzerà personalizzando la nostra serp in base alle nostre scelte. Ed è per questo che nessuno di noi vede oggi gli stessi dieci risultati di ricerca, anche con la stessa parola chiave!
PROPONE L’UNIVERSAL SEARCH
Dopo fatto questo, Google attiva l’Universal Search, proponendo diversi contenuti per un determinato argomento che spaziano da contenuti testuali, video mappe, immagini e via dicendo al fine di migliorare l’esperienza dell’utente sul motore.
VALUTA LA FRESCHEZZA DI UN CONTENUTO
La “freschezza” di un contenuto è sempre stata un fattore di ranking importante ma non è esatto dire che aggiornando spesso i contenuti di un sito Google li farà salire in serp. Più che altro Google utilizza questo fattore per fare una sorta di pulizia, cercando di capire se sono stati prodotti contenuti nuovi che possono sostituire quelli vecchi, in modo da offrire sempre informazioni aggiornate.
OFFRI IL KNOWLEDGE GRAPH
Anche il knowledge graph è un elemento che Google offre nella sua costruzione della ricerca: il famoso boxino (che vediamo sulla destra dello schermo) contiene infatti informazioni diverse (come luoghi persone e cose) relative all’argomento cercato e rappresenta in sintesi tutto quello che Google conosce al riguardo e i collegamenti tra i vari dati.
Nel realizzare quindi la ricerca Google tiene in considerazione tantissimi fattori: categorizza siti, contenuti e utenti, cerca di capire qual è l’intento dell’utente, valuta se può inserire contenuti diversi (come mappe e video), elimina i contenuti ritenuti vecchi e mostra i collegamento tra i vari dati che conosce attraverso il Knowledge Graph.
Tutto questo ci fa capire come, in ottica SEO, alcune strade per arrivare alla prima pagina sono davvero impossibili, altre molto difficile e altre ancora più facili, ma soprattutto ci fa capire quanto Google sia un cervello pensante e quanto sia limitante credere di posizionarsi soltanto attraverso ottimizzazione e link!
Per approfondire l’argomento (a cui ci siamo ispirati) consigliamo questo video di Giorgio Tave che offre validi esempi e una panoramica completa sull’argomento.